Stagione irrigua 2008: dai Consorzi di bonifica dell'Emilia Romagna oltre 1 miliardo di metri cubi.
COMUNICATO STAMPA del 19 febbraio 2009.
La stagione irrigua trascorsa (maggio-ottobre 2008) è stata fortemente condizionata, in tutta la Regione Emilia - Romagna dal fattore climatico. Non hanno fatto eccezione i territori dei comparti irrigui del Trebbia e del Tidone. Le abbondanti precipitazioni dei mesi di maggio-giugno hanno, infatti, consentito, in particolar modo nella Val Tidone, un posticipato avvio dell’irrigazione. Tuttavia una spiccata siccità nella fase centrale e conclusiva della stagione ha determinato una sensibile ripresa delle richieste irrigue.
La situazione Regionale è stata rappresentata dal dott. Emilio Bertolini, presidente Unione Bonifiche Emilia Romagna, che commentando la stagione irrigua 2008 ha fatto presente come il periodo estivo è stato tra i più caldi degli ultimi 5 anni, e il bimestre luglio-agosto il più secco degli ultimi 63 con soli 7 millimetri di pioggia contro una media di oltre 100 rilevando che nella giornata del 6 settembre il picco massimo di temperatura ha segnato 35,9 gradi, valore mai raggiunto in tale mese. Il presidente dell’ Unione delle Bonifiche dell’ Emilia Romagna ha tenuto a sottolineare l’impegno al risparmio e ad un uso razionale della risorsa nella distribuzione irrigua da parte di tutti i Consorzi di bonifica – ormai una costante del sistema consortile regionale – e che tale condizione ha portato a distribuire, nella stagione irrigua 2008, un volume d’acqua complessivo di circa un miliardo di metri cubi con una diminuzione del 10,6% rispetto al 2007 – anno caratterizzato già da azioni di forte risparmio. Il Presidente Bertolini ha colto l’occasione per sottolineare come, ormai, di norma il clima alterna momenti di forte piovosità e periodi lunghi in cui le precipitazioni sono scarse o addirittura assenti e che tali condizioni climatiche sono la causa principale della estrema fragilità del sistema produttivo agricolo.
Pertanto si ripropone - oltre all’ormai applicata politica di risparmio, correttamente sostenuta dagli investimenti in atto del Piano irriguo nazionale, dal diffondersi di tecnologie di risparmio come Irrinet, dalle metodologie irrigue per aspersione a pioggia ed a microirrigazione - l’esigenza di scelte urgenti volte a consentire stoccaggi idrici diffusi in grado di creare riserve idonee a garantire regolari distribuzioni irrigue.
Nella dialettica in atto si inserisce anche il Presidente del Consorzio di bonifica Bacini Tidone Trebbia, Fausto Zermani, che commenta l’annata irrigua della bassa Val Tidone. Fa presente che in tema di risparmio il Consorzio non ha utilizzato l’impianto di sollevamento delle acque del fiume Po (in località Pievetta di Castel San Giovanni), potendo disporre di sufficienti volumi idrici della diga del Molato e rilevando in tal modo un elevato risparmio energetico; per quanto riguarda l’areale irriguo del Trebbia durante l’estate scorsa non si sono verificate situazioni di particolare crisi idrica come accaduto nelle passate stagioni dove si sono registrate rilevanti diminuzioni delle portate di magra del torrente Trebbia.
Il Presidente Zermani tiene a precisare che è importante far conoscere all’opinione pubblica come le disponibilità di acqua verranno a ridursi sempre di più, questo non solo nei paesi in via di sviluppo, ma anche nel nostro Paese e nella nostra provincia. Il recupero di nuove risorse, conclude il Presidente Zermani, costituisce una sfida a cui il Consorzio non può sottrarsi ed auspica che nel breve e medio periodo possano essere realizzati piccoli bacini di invaso posti lungo i principali canali che sappiano anche abbinare la funzione di laminare le acque stoccando quelle in eccesso, e che nel lungo periodo si possa giungere alla realizzazione di bacini montani (dighe) che per la loro natura consentono un vero ed autentico uso plurimo della risorsa (potabile, irriguo ed idroelettrico) con prospettive anche di sviluppo turistico.